Punto geodetico
La Piana di Giza, con le piramidi e i monumenti, è posta nel punto geodetico centrale del pianeta.
Ciò significa che si trova esattamente nel punto centrale della massa terrestre emersa. Eppure noi non conoscevamo l’esistenza di tutti i continenti fino a 600 anni fa. I monumenti evidenziano chiaramente conoscenze avanzate in ingegneria, astronomia, tecnologia e architettura monumentale.
L’orientamento preciso rispetto ai punti cardinali, con scarti minimi, dimostra una precisione eccezionale difficilmente raggiungibile anche oggi. Eppure, evidenze scritte su papiro e lastre di pietra suggeriscono un’antichità dell’Egitto superiore a quanto comunemente noto.
La camera sotterranea sotto la Grande Piramide, spiega le differenze di quota della Sfinge e la presenza di più camere sotto di essa. Le Piramidi di Giza e la Sfinge sono inseparabilmente legate, rappresentando un enigma storico e architettonico.
Le prime ricerche
Le prime ricerche sulla piana furono avviate dai francesi durante il periodo napoleonico, culminando nella scoperta e nello scavo della Sfinge.
Auguste Mariette, egittologo francese di spicco, fu il primo a individuare l’ingresso posteriore della Sfinge dopo aver ripulito l’area circostante. Il contributo di Mariette fu fondamentale nel rivelare aspetti nascosti della Sfinge e aprire la strada a ulteriori studi e indagini archeologiche nell’area.
Anche Selim Hassan, egittologo egiziano, svolse pionieristiche ricerche nell’area della prima Sfinge e scrisse il primo libro di riferimento sugli scavi circostanti. Durante le indagini, Hassan notò che sulla Sfinge erano presenti numerosi strati, principalmente aggiunti in epoca greco-romana, tra il 306 e il 284 a.C.
L’età della Sfinge
Le età delle piramidi possono essere solo stimate, mentre per la Sfinge risulta essere un po’ più semplice. In generale, la datazione con il radiocarbonio su materie organiche permette una datazione approssimativa, ma non è possibile effettuarla direttamente sulla roccia.
Quindi un’alternativa sicuramente valida è quella di considerare il grado di erosione dei megaliti. Principalmente, esistono due tipi di erosione, quella provocata dal vento e quella provocata dall’acqua.
Il vento leviga la roccia con granelli di sabbia, evidenziando la stratificazione e differenziando gli strati morbidi dai duri nel corso dei secoli.
L’erosione provocata dall’acqua invece agisce “consumando” la roccia, man mano che migliaia di litri nel corso dei secoli cadono sulla sua superficie. L’acqua che cade dall’alto crea rivoli che, con il tempo, formano canali.
Scavando, l’acqua modella la roccia, levigandola dall’alto verso il basso.
L’erosione causata dall’acqua sulla Sfinge, in un ambiente desertico, solleva interrogativi sulla sua storia e sull’ambiente passato della regione.
Gli esperti concordano che alla fine dell’ultima glaciazione, circa tra 12.500 e 10.000 anni fa, in Egitto si sono verificati periodi di precipitazioni intense, noti come Dryas recente.
Un altro metodo di datazione, che si può applicare al sito in questione, è l’orientamento rispetto alla volta celeste. Ma per capire questo punto dobbiamo parlare della precessione degli equinozi.
La precessione degli equinozi
La precessione è un movimento della terra che fa cambiare in modo lento ma continuo l’orientamento del suo asse di rotazione. L’asse terrestre subisce una precessione dovuta alla forma non perfettamente sferica della Terra e alle forze gravitazionali di Luna e Sole, che tendono ad allineare l’asse con l’eclittica.
Il giro completo di precessione è di circa 25.800 anni, detto anche Anno Platonico, durante il quale la posizione delle stelle sulla sfera celeste cambia lentamente.
La terra, durante tale rivoluzione perde 1 grado di rotazione ogni 71 anni circa. Ciò ci fa comprendere quindi che anche la posizione dei poli celesti cambia costantemente.
Tra circa 9.000 anni, Vega, e non l’attuale Polaris (Stella Polare), sarà la stella che indicherà il polo nord sulla sfera celeste, garantendo una visione simile a quella degli antichi Egizi.
12.500 anni fa il cielo appariva in modo completamente differente a ciò che vediamo ora, e la disposizione e l’orientamento dei megaliti sulla piana di Giza rispecchiano tale periodo.
La Sfinge ad esempio, che è un megalite con il corpo da leone rivolta verso est, vedeva sorgere ogni giorno la costellazione del Leone. Secondo tale calcolo si anticipa la costruzione dei megaliti sulla piana di Giza, o almeno parte di essi, di almeno 8.000 anni rispetto a ciò che ci viene raccontato a scuola.
Proseguendo con lo stesso calcolo a ritroso nel tempo, dopo un’altro Anno Platonico, lo stesso cielo appariva sopra l’Egitto intorno al 40.000 a.
Conformazione della Sfinge
La Sfinge non è stata costruita con blocchi estratti da cave come le piramidi e i templi che custodisce, ma è stata scolpita direttamente nella roccia viva. I suoi creatori gli diedero una testa di uomo, alcuni sostengono che sia una donna, e il corpo di un leone.
La testa però appare oggi completamente sproporzionata rispetto al resto del corpo, a tal punto che degli studi sono stati effettuati per fare luce sulla questione.
L’artista forense, il Detective Frank Domingo della polizia di New York, dopo un intenso studio, spiegò che il volto che vediamo oggi sia stato ricavato successivamente e sicuramente non scolpito originariamente come lo vediamo.
John Anthony West
Un grande sostenitore della retrodatazione della sfinge, il ricercatore John Anthony West, mentre leggeva il libro “Scienza Sacra” di Schwaller de Lubicz sull’Egitto, ebbe un’intuizione riguardo alle erosioni idriche sul corpo della Sfinge.
West osservò che sulla superficie della Sfinge, i modelli di esposizione agli agenti atmosferici erano verticali anziché orizzontali come sugli altri monumenti di Giza, evidenziando un’alterazione insolita.
L’erosione orizzontale, generalmente causata da forti venti e tempeste di sabbia, non sembrava spiegare i modelli verticali osservati. La domanda di West fu se l’acqua potesse essere la causa di tale erosione, considerando che nella regione del Sahara erano comuni gli episodi di forti venti e tempeste di sabbia, ma non di acqua.
West evidenziò la mancanza di iscrizioni o documenti che collegassero Chefren o altri alla costruzione della Sfinge e dei templi circostanti, sollevando dubbi sulla loro effettiva partecipazione alla sua creazione.
Inoltre, la relativa vicinanza della piramide di Chefren alla Sfinge, 500 metri di distanza, non costituiva una prova sufficiente che entrambi i monumenti fossero stati costruiti come un unico complesso, o persino nella stessa epoca.
Ciò ha portato West a considerare la possibilità che la Sfinge potesse essere molto più antica del regno di Chefren.
L’incontro con Robert Schoch
Nel 1991, John West riunì un gruppo selezionato di scienziati liberi da vincoli verso un consenso egittologico radicato e li condusse a Giza. Il dottor Robert Schoch, rinomato geologo e professore all’Università di Boston, fu incaricato di studiare i singolari modelli di erosione atmosferica sulla Sfinge e nel suo recinto.
Dopo diversi mesi di analisi, le conclusioni del dottor Schoch avrebbero scosso profondamente il mondo dell’archeologia. Gli schemi di erosione verticale osservati sulla Sfinge e sul suo recinto, secondo l’affermazione di Schoch, non erano causati dall’effetto del vento, come precedentemente ipotizzato, ma piuttosto dall’azione dell’acqua.
Schoch suggeriva che questa acqua provenisse da piogge torrenziali che si riversarono in strati su queste antiche strutture. Tuttavia, questa affermazione sollevava un interrogativo: come poteva essere possibile che piogge così intense si fossero verificate solo nella zona della Sfinge e non altrove a Giza?
Teoria della Sfinge più antica
La “teoria della Sfinge più antica” di Schoch suggerisce che la Sfinge di Giza potrebbe risalire a un’epoca con condizioni climatiche più umide, diversamente dall’attuale ambiente desertico.
Robert Schoch avanzò l’ipotesi che l’erosione della Sfinge fosse causata principalmente dall’acqua piovana, suggerendo un’antichità maggiore di quanto comunemente accettato.
Questa teoria suscitò dibattiti nella comunità accademica e portò a una riconsiderazione dell’età e dell’origine della Sfinge, mettendo in discussione le concezioni tradizionali dell’egittologia.
Gli accademici contestarono tali conclusioni. Schoch suggerì che la Sfinge fosse stata costruita durante un’epoca di piogge intense, diversamente dagli altri monumenti di Giza, eretti dopo tale periodo.
Il copione si svolse come al solito. John West venne etichettato come un ciarlatano e un cercatore di sensazioni, mentre Schoch fu educatamente evitato per essersi immischiato negli affari egittologici.
Le due Sfingi
Un’ulteriore formazione megalitica scolpita nella roccia, situata a circa 250 metri dalla Sfinge di Giza, potrebbe rivelare un altro mistero affascinante. La sua forma richiama notevolmente la forma della Sfinge che tutti conosciamo. Questa struttura, che chiameremo la “Seconda Sfinge,” presenta un lato visibile se osservata da lontano, creando l’illusione di un monumento incompiuto, ma da adito a credere che sulla piana siano presenti due Sfingi.
Il secondo lato della “Seconda Sfinge” sembra essere nascosto o sepolto nella sabbia indurita, o forse è rimasto incompiuto.
Nonostante il tempo abbia danneggiato gravemente la “testa” della struttura, oggi è ancora evidente una notevole somiglianza tra la Prima e la “Seconda Sfinge”.
La Sfinge, iconico simbolo, raffigura una creatura mitica, con corpo di leone e volto umano scolpito nella pietra calcarea, come ampiamente noto. È molto probabile che, in origine, la Sfinge fosse rivestita di intonaco e dipinta con vivaci colori. Tracce degli effetti dei pigmenti originali sono ancora visibili sulla Prima Sfinge, vicino a un orecchio.
Entrambe le Sfingi si trovano sulla riva occidentale dell’altopiano di Giza. La Prima Sfinge è comunemente considerata il Guardiano dell’Altopiano, ma sorge la domanda: esisteva un solo Guardiano?
La “Seconda Sfinge” occupa una posizione nella zona meridionale della strada che conduce alla Piramide del re Chefren. A nord della “Seconda Sfinge” si trovano le tombe dei figli di Chefren, mentre a sud si trova la sepoltura della regina Khentkaus, madre del re Micerino e consorte di Chefren.
Paragone tra le due Sfingi
Le sorprendenti somiglianze tra le due Sfingi, rivelate dalle misurazioni comparative, aggiungono fascino alla storia di Giza, aumentando il mistero che la avvolge.
Quando confrontiamo le dimensioni della Prima Sfinge con le parti visibili della “Seconda Sfinge,” emergono notevoli parallelismi. La lunghezza totale della prima è di: 71,50 m contro i 73,5 m della “Seconda”. La lunghezza delle gambe della prima è di 15 m, contro i 20 m della “Seconda”, mentre l’altezza al punto più alto della testa della prima è di 20 m, identica alla “Seconda”.
Le misurazioni sulla “Seconda Sfinge” sono approssimative a causa dei danni visibili sulla statua, evidenziando la difficoltà nel determinarne con precisione le dimensioni.
L’esterno della “Seconda Sfinge” mostra resti di pietre, forse parte del rivestimento originale, trovati a circa 5 metri dalla statua. La somiglianza nella tecnica costruttiva tra la “Seconda Sfinge” e la Prima Sfinge potrebbe suggerire una connessione intenzionale tra le due strutture.
Esistono complessivamente dieci fori nel corpo meridionale della “Seconda”, che potrebbero essere stati concepiti come porte laterali conducenti al corpo di roccia della struttura.
Il termine “Sfinge” è usato anche dalle guardie di sicurezza della piana di Giza per riferirsi alla struttura, confermando la sua associazione comune con l’iconica figura mitologica.
La presenza delle due Sfingi sulla “Stele del Sogno”, orientate come nella realtà, rinforza l’idea di due Sfingi separate, supportando così la tesi esposta dagli autori.
Ulteriori Sfingi sul pianeta
È certamente possibile che esistano altre sfingi sul pianeta, alcune delle quali potrebbero ancora dover essere scoperte o forse solo riconosciute in modo più ampio. Il Leone di Balochistan, noto anche come la Sfinge di Balochistan, è una formazione rocciosa che assomiglia a una sfinge, ma è più simile a una formazione naturale.
Il nostro mondo è ricco di antiche strutture e reperti archeologici che aspettano di essere esplorati e compresi appieno.
Passaggi sotto la Sfinge e probabilmente sotto entrambe le Sfingi
Alcuni studi degli anni ’80 e ’90 indicano cavità e tunnel sotto la prima Sfinge, suscitando domande sulla mancanza di esplorazioni più approfondite. Gli studiosi dell’Università di Waseda hanno rivelato che la Sfinge non è un monumento massiccio all’interno, contraddicendo l’idea comune che sia solida. Ciò potrebbe essere valido per entrambe le Sfingi.
Le parti a sud della Sfinge presentano sezioni cave nel terreno, con cavità interne che variano da 2 a 3 metri. Ulteriormente, è stato scoperto un solco sul corpo della Sfinge, che si estende sotto l’antico monumento.
Analizzando la parte settentrionale, i ricercatori hanno individuato solchi simili, suggerendo la presenza di un possibile tunnel collegante le cavità a sud e a nord.
Particolarmente interessante è la scoperta di cavità proprio davanti alle zampe della Sfinge. Queste presunte “stanze” conducono verso parti inesplorate del monumento.
Hancock e Bauval sostengono che, nonostante prove e studi, le esplorazioni delle cavità sotto la Sfinge sono state ostacolate.
Gli autori sostengono che il governo egiziano e gli archeologi americani hanno impedito indagini sulla Sfinge a Giza, mantenendo il mistero.
Edgar Cayce
Come già detto, il modello di erosione sulla Sfinge indica che è stata scolpita alla fine dell’ultima era glaciale, quando forti piogge colpirono la regione orientale del Sahara, probabilmente più di 12.000 anni fa.
A tal proposito è interessante menzionare il sensitivo statunitense Edgar Cayce, deceduto nel 1947. Cayce sosteneva che la Sfinge era stata costruita nel 10.500 a.C. da sopravvissuti di Atlantide che avevano nascosto sotto di essa una “Sala dei Registri” contenente la saggezza della loro civiltà perduta e la vera storia dell’umanità.
Seguici anche sui nostri profili social: https://www.facebook.com/hystoria.blog/