Costruzione e Mistero delle Piramidi di Giza
Oggi parliamo di piramidi ed in particolare delle tre più grandi e più famose piramidi della piana di Giza in Egitto, quelle di Cheope, Chefren e Micerino.
La storiografia ufficiale sull’Antico Regno dell’Egitto, basata su documenti storici, reperti archeologici ed interpretazioni di egittologi nel corso dei secoli, afferma che le piramidi di Giza risalgono al periodo dell’Antico Regno, con la Piramide di Cheope datata approssimativamente al 2570 a.C., seguita da quelle di Chefren e Micerino.
La teoria prevalente sostiene che queste imponenti strutture furono costruite da squadre altamente specializzate di operai egizi.
Il processo di costruzione iniziava con la preparazione del terreno e la marcatura delle dimensioni desiderate, seguito dall’estrazione dei blocchi di pietra dalle cave locali.
Il trasporto avveniva tramite slitte trainate da uomini o animali, mentre il sollevamento dei massi avveniva mediante rampe costruite gradualmente lungo i lati delle piramidi, utilizzando metodi di leva e corda.
Gli antichi Egizi impiegarono circa 20 anni per costruire la Piramide di Cheope, la più imponente delle tre piramidi di Giza, utilizzando manodopera numerosa e tecniche ingegnose.
Poiché non avevano mezzi meccanici avanzati come la ruota e la carrucola, coinvolsero intere comunità con supporto gerarchico per coordinare la costruzione.
I resti di insediamenti e cimiteri vicino alle piramidi indicano una forza lavoro composta da contadini, agricoltori e artigiani, offrendo dettagli sulla vita quotidiana degli operai.
Misteri nella Costruzione delle Piramidi di Giza
La storiografia tradizionale comunemente accetta che le piramidi siano state costruite intorno al 2500 a.C., circa 4500 anni fa, come imponenti sepolcri reali.
Tuttavia, sorgono delle questioni poiché non sono mai stati ritrovati sarcofagi o corpi all’interno delle piramidi.
Diverse obiezioni sono state avanzate contro questa teoria. Ad esempio, sorge il dubbio sul motivo per cui tre faraoni – Chefren, Cheope e Micerino – decisero di costruire tre piramidi di dimensioni diverse, con la terza, quella di Micerino, notevolmente più piccola delle altre due.
Molte ipotesi sono state considerate, ma nessuna ha fornito certezze. L’unico dato certo è la pesantezza dei blocchi sollevati a notevoli altezze.
Tuttavia, sorge la domanda su perché fare tanto sforzo e non utilizzare pietre più piccole. Inoltre, perché non costruire i monumenti in prossimità delle cave anziché trasportare massi pesanti per così tanti chilometri?
Rimane anche misterioso il fatto che non esista un solo disegno, papiro o incisione che raffiguri la costruzione delle piramidi, nonostante siano stati trovati numerosi altri reperti.
Dimensione in numeri della piramide di Cheope
La Piramide di Cheope è composta da circa 2,3 milioni di blocchi con un peso variabile tra i 15 e le 70 tonnellate ciascuno.
Considerando il periodo di costruzione di 20 anni, si otterrebbe una media di 115.000 blocchi posizionati ogni anno, corrispondenti a circa 315 blocchi al giorno.
Se ipotizzassimo che i muratori abbiano lavorato per dieci ore al giorno, 365 giorni all’anno, i calcoli indicano che avrebbero dovuto posizionare approssimativamente 31 blocchi ogni ora, equivalente a un blocco ogni due minuti, per completare la Piramide nel periodo previsto e tutto ciò senza alcun margine di errore.
È importante notare che gli strumenti a disposizione degli antichi Egizi includevano legno, rame e bronzo.
Questo aspetto, unito alla complessità del lavoro e alle dimensioni monumentali della Piramide, rende questa impresa alquanto inverosimile, secondo le loro conoscenze archeologiche e ingegneristiche.
Possibili Allineamenti Astronomici delle Piramidi di Giza
Gli antichi Egizi dimostrarono conoscenze astronomiche notevoli nella costruzione delle piramidi di Giza, allineate perfettamente con i punti cardinali con uno scarto di soli 2 gradi.
La sfida geometrica consisteva nel posizionare l’apice della piramide di Cheope esattamente al centro della base di 150 metri, richiedendo un’incredibile precisione nella costruzione, considerando anche il pericolo dei massicci blocchi di pietra.
Inoltre, la piramide, vista dall’alto, presentava 8 lati anziché 4, complicando ulteriormente l’impresa ingegneristica.
Oltretutto le tre piramidi di Giza non sono posizionate sulla stessa linea: una delle tre, quella di Micerino, che è la più piccola, è fuori asse rispetto alle due più grandi.
Esiste una teoria molto interessante di Robert Bauval secondo la quale le tre piramidi di Giza riproducono sul terreno, la posizione delle tre stelle della Cintura di Orione.
Questa teoria nota come “Teoria dell’allineamento astronomico” o “Teoria di Orione” le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino sarebbero deliberate nella loro disposizione per riflettere l’allineamento delle stelle Alnitak, Alnilam e Mintaka.
Le Piramidi di Giza e Orione
Bauval suggerisce che gli antichi egizi potrebbero aver costruito le piramidi con l’intenzione di replicare la posizione delle stelle, considerate sacre nella loro cosmologia.
Un aspetto controverso di questa teoria è la datazione proposta da Bauval, che colloca la costruzione delle piramidi a circa 10.500 anni fa, molto prima delle datazioni accettate dalla maggior parte degli archeologi, che colloca la costruzione a circa 4.500 anni fa.
Mentre la teoria offre un’interpretazione affascinante della disposizione delle piramidi, molti esperti ritengono che le piramidi abbiano avuto un significato simbolico e religioso per gli antichi egizi, piuttosto che essere progettate come replica precisa di configurazioni stellari.
Ma la cosa più strana è che anche in Messico a Teotihuacan, esiste un complesso di tre piramidi, che a propria volta riproduce le tre stelle della Cintura di Orione.
Inoltre nel sito di Xian, nel Nord della Cina, è possibile vedere il disegno della Cintura di Orione, con tre piramidi di varie dimensioni e l’ultima disallineata.
Un altro articolo affronta questo argomento.
La Piramide di Cheope e il Colosseo
Proviamo ora a fare un confronto tra la Piramide di Cheope e un monumento vicino a noi: il Colosseo. La storiografia tradizionale presenta il dato apparentemente sorprendente che la Piramide di Cheope fu costruita in soli 20 anni, mentre il Colosseo, secoli dopo, richiese 5 anni.
Come sottolinea la teoria condotta dal ricercatore Ing. Simone Scotto di Carlo, la Piramide di Cheope è molto più grande del Colosseo, pesando circa 28 volte di più e avendo un volume circa 23 volte maggiore.
Se consideriamo quanto tempo ci è voluto per costruirla, gli Egizi avrebbero impiegato solo 2,5 volte il periodo che i Romani hanno dedicato al Colosseo, usando strumenti come la ruota, la carrucola e le travi in ferro, che ai tempi degli Egizi erano sconosciuti.
Un modo per confrontare le due costruzioni è considerare il rapporto tra peso e volume, che suggerisce che, se i Romani avessero voluto fare un Colosseo delle stesse dimensioni della Piramide di Cheope, avrebbero impiegato circa 200 anni.
Oppure, se i Romani avessero avuto le stesse abilità degli Egizi, avrebbero finito il Colosseo in meno di 4 mesi, invece dei 5 anni reali.
Anche se questo confronto non è scientificamente preciso, mostra che c’è qualcosa di strano nei dati sulla costruzione della piramide. È sorprendente pensare che gli Egizi, con tecnologie meno avanzate, abbiano finito un’opera così grande in soli 20 anni.
Antichi Egizi e Romani
Dire che gli Egizi del 2500 a.C. sono stati migliori degli antichi Romani nell’ingegneria, costruendo così velocemente, sembra minimizzare il lavoro degli stessi Romani, che, nonostante tecnologie più avanzate, hanno impiegato in proporzione più tempo per un monumento più piccolo.
Anche se questi confronti non sono perfetti, ci fanno riflettere su come valutiamo le abilità costruttive delle antiche civiltà.
Revisione Critica delle Capacità Egizie
Nel 2570 a.C., periodo comunemente associato alla costruzione della Grande Piramide, gli Egizi non avevano familiarità con la ruota né con il ferro, utilizzando solo rame e forse bronzo. Oggi giorno, nel 21o secolo, spostare blocchi di granito da 70 tonnellate senza mezzi meccanico-idraulici specializzati è tecnicamente impossibile.
Supponendo che la cava da cui furono estratti i blocchi si trovasse su una collina a circa 1 km dalla Grande Piramide, gli Egizi avrebbero dovuto estrarre, lavorare, ruotare, capovolgere, spostare su slitte, trasportare verso la piramide, affrontare una rampa inclinata, raggiungere la quota desiderata e posizionare con precisione millimetrica blocchi da 1 a 4 tonnellate, tutto senza l’ausilio nemmeno della più rudimentale carrucola.
Quando si considerano i blocchi da 40 a 70 tonnellate nella “camera del re”, le operazioni descritte sembrano oltre le possibilità fisiche. La movimentazione di un blocco monolitico da 50 tonnellate appena estratto è ancora difficile oggi, e richiede attrezzature estremamente specializzate.
Tempistiche a confronto
Esaminiamo ora il problema del sollevamento di blocchi da 70 tonnellate a una quota elevata. Una gru mobile non avrebbe abbastanza potenza, e sarebbe necessaria una gru portuale dedicata. L’archeologia talvolta suggerisce l’uso di leve, ma queste non sarebbero sufficienti per operazioni così complesse.
Ci sono limiti fisici che non possono essere superati con più operai o più ore di lavoro.
Facendo un confronto con il trasloco del tempio di Abu Simbel avvenuto nel 1965 vengono messe in luce le sfide tecnologiche affrontate.
Pur utilizzando tecnologie avanzate, lampade ad arco per lavorare continuamente e sforzi internazionali, l’operazione richiese cinque anni per circa 1000 blocchi, ognuno pesante al massimo 20 tonnellate.
Il confronto tra le due operazioni è sorprendente: gli Egizi posizionarono 2.300.000 blocchi in più in 20 anni rispetto a quelli spostati durante il trasloco di Abu Simbel in 5 anni.
Se consideriamo il rapporto a parità di tempo, gli Egizi avrebbero posizionato 1.149.000 blocchi in più. Queste riflessioni indicano che potrebbe essere improbabile che gli Egizi abbiano costruito la Grande Piramide nel 2570 a.C., date le limitate condizioni tecniche e tecnologiche dell’epoca.
D: Secondo voi è possibile che non siano stati gli antichi Egizi a costruire le piramidi di Giza? Scrivetemelo e fatemelo sapere nei commenti.
Analisi Critica dei Metodi Proposti per la costruzione delle Piramidi di Giza
La costruzione delle piramidi dell’Antico Egitto è stata oggetto di numerosi studi e teorie da parte degli storici e degli archeologi nel corso dei secoli.
La storiografia tradizionale ha a lungo sostenuto che le piramidi siano state costruite mediante l’impiego massiccio di manodopera umana, spesso schiava, sotto la supervisione di architetti e ingegneri altamente specializzati.
Tuttavia, nel corso del tempo, sono state avanzate diverse alternative e teorie per spiegare la costruzione delle piramidi.
Alcune di queste alternative includono:
1. Teorie sulle Rampe
La quantità di materiale necessario per costruire le rampe avrebbe potuto superare addirittura il materiale utilizzato per la piramide stessa, sia che fossero costruite a spirale o come strutture esterne.
L’inclinazione richiesta per queste rampe, fondamentale per sollevare grandi blocchi di pietra, avrebbe potuto complicarne la costruzione e la manutenzione, soprattutto con l’aumentare dell’altezza della piramide.
La crescita in altezza della piramide avrebbe limitato lo spazio per la costruzione delle rampe, rendendo più complesso il sollevamento dei blocchi verso le sezioni superiori e potrebbe aver richiesto persino la demolizione di parti delle rampe stesse, introducendo ulteriori complessità nel processo di costruzione.
L’utilizzo di rampe avrebbe inevitabilmente prolungato i tempi di costruzione, poiché la loro rimozione graduale avrebbe aggiunto tempo al processo complessivo.
2. Costruzione dall’interno
L’accesso continuo e praticabile richiesto per iniziare la costruzione dal centro avrebbe incontrato crescenti difficoltà con l’aumento dell’altezza della piramide. Inoltre, il pericolo di compromettere il sostegno strutturale si sarebbe manifestato durante la costruzione dello strato esterno senza un adeguato supporto interno, potenzialmente portando a problemi di stabilità e crolli.
Le difficoltà tecniche legate alla precisione nel posizionamento degli strati di pietra avrebbe rappresentato un ulteriore ostacolo, poiché la costruzione dall’interno avrebbe reso complesso mantenere l’allineamento e la simmetria necessari.
Infine, questa metodologia avrebbe comportato tempi di costruzione prolungati, dato che avrebbe richeisto la rimozione e la ricostruzione dei supporti interni per ogni nuovo strato.
3. Metodi di sollevamento dell’acqua
Le sfide avrebbero riguardato la limitazione di peso e altezza, poiché sollevare blocchi massicci con l’acqua è logisticamente complesso. La realizzazione di un sistema di canalizzazione, pompe e dispositivi di controllo del flusso d’acqua sarebbe stata difficoltosa e dispendiosa in termini di risorse.
L’uso dell’acqua avrebbe potuto danneggiare i blocchi e, considerando le risorse idriche limitate dell’antico Egitto, avrebbe richiesto uno sforzo considerevole e potrebbe avere avuto impatti negativi su altre esigenze idriche essenziali.
Inoltre, la gestione dell’acqua avrebbe presentato sfide crescenti con l’aumentare dell’altezza della piramide.
È importante notare che molte di queste teorie alternative sono oggetto di dibattito e critica, e la mancanza di prove concrete ha portato molte persone a mantenere un approccio scettico nei confronti di tali ipotesi.
Una Nuova Prospettiva sull’Antichità Egizia
Secondo Graham Hancock e Robert Bauval, utilizzando l’archeoastronomia assistita da computer, essi hanno calcolato che le origini della necropoli di Giza risalgano al 10.500 a.C.
La teoria contrasta con la visione ortodossa degli egittologi, che sostengono che la Grande Piramide sia il risultato di circa 100 anni di sviluppo architettonico.
Hancock e Bauval ipotizzano che prove archeologiche come campioni datati al carbonio possano dimostrare un’inizio dei lavori sulla Grande Piramide 1300 anni prima della nascita di Cheope.
Nel 1986, il Pyramids Carbon-dating Project di Mark Lehner ha prodotto risultati di datazione al carbonio sulla malta della Grande Piramide, indicando date precedenti alla tradizionale datazione egittologica.
Le implicazioni ignorate dagli egittologi includono un pezzo di legno organico sigillato nella Camera della Regina, potenzialmente confermativo della data di costruzione. La sua mancata estrazione solleva interrogativi.
Il periodo del 10.500 a.C., segnando la fine del Dryas recente o grande congelamento, è di notevole importanza nella storia umana.
Corrispondenze con le epoche
Questa data rappresenta una svolta cruciale, poiché coincide con la transizione da un clima freddo a un periodo più temperato. Questo cambiamento climatico ha avuto profonde implicazioni per l’umanità, aprendo la strada a una serie di eventi e sviluppi significativi.
L’analisi di questo periodo rivela il susseguirsi di cambiamenti climatici, che da sempre si verificano sul pianeta, che hanno influenzato le comunità umane e hanno contribuito a modellare le basi della storia successiva.
D: Secondo voi come risponderebbe la storiografia tradizionale alle obiezioni sollevate riguardo alla mancanza di sarcofagi all’interno delle piramidi di Giza e alla scelta di costruirne tre di dimensioni diverse? Scrivetemelo e fatemelo sapere nei commenti.
Misteriose Connessioni sotto le Piramidi di Giza
Secondo gli studiosi, le piramidi di Giza potrebbero essere collegate tramite passaggi sotterranei. Antiche fonti, come Crantor nel 300 a.C. e Giamblico nel IV secolo, menzionano pilastri sotterranei in Egitto contenenti documenti sulla preistoria.
La Sfinge, descritta da Giamblico, potrebbe avere un simbolismo legato alla protezione di passaggi sotterranei, spiegando il suo aspetto di leone.
L’Oasi di Fayum, vicino a Memphis, ospitava il Labirinto, un massiccio complesso con 1500 stanze e altrettante camere sotterranee. Erodoto lo descrisse come una meraviglia, mentre Plinio scrisse della presunta tomba di Harmakhis, sovrano di Atlantide, sotto la Sfinge.
Scritture antiche, come quelle di Ammiano Marcellino nel IV secolo e di Altelemsani, menzionano passaggi sotterranei che sembrano condurre alla Grande Piramide. Altelemsani racconta anche di un lungo passaggio sotterraneo tra la piramide e il fiume Nilo.
Tecnologie avanzate nella costruzione delle piramidi di giza
Nel X secolo, Masoudi menzionò statue meccaniche sotto la Grande Piramide, simili a robot, programmate per distruggere chiunque tranne coloro “degni di ammissione”.
L’articolo esplora le lampade perpetue e le possibili spiegazioni dietro la loro capacità di rimanere accese, citando l’uso di stoppini di amianto.
Formule alchemiche citate suggeriscono la creazione di combustibile per lampade con fiamme perpetue, suggerendo che alcuni potrebbero aver creduto in tecnologie avanzate o dispositivi meccanici.
Registrazioni storiche, inclusa quella di Erodoto, evidenziano la tradizione egiziana di creare appartamenti sotterranei.
Nel 1993, una ricerca sismica confermò una grande cavità sotto la Sfinge; nel 1994, operai scoprirono un antico passaggio nel suo corpo.
Le scuole misteriche egiziane sostenevano che la Grande Piramide non fosse una tomba, ma una struttura iniziatica. Scoperte archeologiche sembrano confermare passaggi sotterranei complessi e camere sotto le piramidi, utilizzati in contesti rituali.
Rivelazioni da sismografi, georadar e satelliti hanno confermato complessi passaggi e camere sotto la sabbia di Giza.
Il dottor Selim Hassan e altri archeologi hanno documentato scoperte di strutture sotterranee nel sito delle Piramidi di Giza, confermate dalle moderne tecnologie.
Seguici anche sui nostri profili social: https://www.facebook.com/hystoria.blog/